Thursday, December 14, 2006

lo schiaffo ti colpisce dopo qualche giorno
è santa lucia, manca poco a natale
scopri che è l'onomastico di una bambina
che non ha niente da festeggiare
tu non c'entri, potenzialmente sei tranquilla
ma c'è qualcosa
che c'è sempre stato
che non puoi
ma neppure vuoi evitare
chi decide chi ti entra nel cuore?
chi decide quali sono le ragioni più nobili?
non io, certo
ma nemmeno qualcun altro
e allora vivo con un po' di tristezza
triste consapevolezza
che passerà
perchè passa passa
tutto passa
ma tutto resta
da qualche parte
è santa lucia, manca poco a natale

Friday, November 03, 2006

la voce oltreoceano ci parla di una bellezza ma non tutti sanno che c'è
e probabilmente è la nostra fortuna

la voce di inizio novembre è quella del vento
spazza il cielo e ci ricorda di sperare

i fiori sulle tombe invocano pietà
non è colpa nostra se siamo ancora qui

il cuore delle ragazze è arido e scoppia
è spento e si riempie

la testa delle ragazze è piena ma spera
aspetta impaziente quel vuoto

la sete delle ragazze è tanta
anche se a volte vorrebbero sapere già tutto

l'intuito indica la strada
poco importa che sia la migliore, è quella giusta

la tristezza guida le lacrime
sensate e necessarie più di tante parole

una mano non vista ci resta vicino
diventa il nostro magico scudo

Monday, October 02, 2006

Quanto mi piace il cazzeggio della domenica.
Mi piace quando non sottolinea il nulla da fare, ma fa da materasso per riprendersi dall'intensità che lo ha preceduto o da rampa di lancio per quella che seguirà.
Se poi sono raffreddata
bevo caffelatte
ascolto Niccolò Fabi dopo aver finito di guardare "The curse of the Black Pearl"
(che cosa c'entri la traduzione "La maledizione della PRIMA LUNA" non lo so, soprattutto non ne vedo la necessità. Un giorno voglio vincere le mie battaglie in questo senso.)
fuori la pioggia viene e va
l'autunno sembra davvero qui e in qualche modo giustifica la voglia di dolce far niente
è allora che il cazzeggio della domenica mi piace ancora di più.
Lo amo proprio.
Poi c'è sempre la sensazione di qualcosa che manca.
Non la annullo, per carità;
ma lascio che a prevalere sia il gusto di ciò che è qui.
Ora.
Nessuno me l'ha insegnato.
Nessuno può cambiare questa condizione. Condanna o ancora di salvataggio che sia.
E' in me. Semplicemente.

Tuesday, September 19, 2006

Una serata che risolve settembre, e molto di più.
Facile, addirittura gratis, signori.
Sai di volerci essere, senti che non è solo perchè non spenderai niente più di qualche euro per una birra Peroni fredda e deliziosa. Che non bevevi da troppo tempo.
Senti che ne hai bisogno, anche se la sensazione non è chiara, la tradurrai solo a posteriori.
E nel mentre ridi, piangi, batti le mani fino a sentire i muscoli doloranti delle braccia che gridano "Basta!", ma tu non puoi smettere, non sulle note di una canzone come Offeso.
Canti le parole che già conosci, ascolti e resti ammaliata da una voce che non credevi così forte, così consapevole, così padrona delle parole e delle note che ha inventato.
Ti senti sorella di tutti, beh quasi. Ma vorresti che sparissero per aspettare la fine della musica, avvicinarti al bancone e ordinare un'altra birra. Da offrire, questa volta, a colui che senza sapere ha interpretato ciò che anche tu senti. E che, così facendo, contribuisce a dare più coscienza e fiducia ai tuoi stessi pensieri.
Niccolò, quella birra è come se te l'avessi offerta.

Monday, September 11, 2006



Voglio provare a raccontarla. Mentre Fabio Volo parla del consumo di marijuana in Catalunya e delle pene previste (nessuna per il consumo personale), penso che ho abitato nella via di Italo per quattro giorni, ma che la città di Italo abiterà in me per molto più tempo, forse per sempre.
Spiazza, Barcellona; per la prima volta ho dovuto prendere le misure a una città che stavo visitando. Ma una volta capito il suo meccanismo, non sarei più tornata indietro. Ora sono qui, però, e voglio tentare di fissare le prove del fascino, dell’attrazione magica che ho sentito, che sento, per un porto dove ogni giorno tanti marinai decidono di fermarsi. Per vivere.
Viverla è inevitabile, viverla è necessario. Le meraviglie del genio (in qualche modo criminale) di Antoni Gaudì avvolgono la vista e riscaldano il cuore; permettono di pensare che il sogno può permeare la vita, anche se difficilmente ne sarà il fulcro. Ma ciò da cui davvero non si può prescindere sono le vie del Raval, i vicoli del Barri Gotico e della Barceloneta, i suonatori di djembé e di strane percussioni al porto.
La sangria in cartone a caro prezzo, insieme all’inutilità della scalata della Sagrada Familia, monumento più celebre nonché più celebrato della città, è la prova di come lo stereotipo vada evitato; la preparo io, la sangria, qui meglio una cerveza ghiacciata davanti al Museo d’Arte Contemporanea, dove i film si proiettano gratis. Per tutti. Sarà così anche in altre città d’Europa, del mondo? Sicuramente sì, ma l’aria a Barcellona è più leggera, si lascia respirare a pieni polmoni e accompagna il dio Sole che accarezza.
Si lascia prendere, Barcellona; puoi farla tua in qualsiasi momento. Basta lasciarsi prendere a propria volta, senza timore.
Non si dà arie, Barcellona; non è Parigi, bella ma fissa nell’immaginario. Si muove, mai doma, pronta ad accogliere chiunque la voglia guardare. Mille amanti fedeli ha Barcellona.
Lascia una sensazione strana addosso, Barcellona: voglia di ritornarci, perché c’è troppo da fare, troppo da vivere, una sola visita non basta all’animo del viaggiatore impenitente. E allora torneremo, in attesa di una nuova rivelazione; pronti a immergerci ancora una volta nel vortice del suo abbraccio; libera e incatenata, Barcellona.

Saturday, September 09, 2006

Ecco la città a misura d'uomo.
Ecco la città a misura di lettore, per cinque giorni all'anno.
Ecco il Festival a misura di spensieratezza, nonostante l'afa del dopo pranzo.
Banda Osiris spiazzante; ironia più inglese della mia.
Ma anche genio, piano ottomano e batteria da cucina su tutti.
Stefania Bertola e Tim Parks coppia da stadio, un inglese italiano, una torinese anormale.
Che mi fa capire che non ci ho messo poi molto a fare i conti con me.
Federico Rampini, italo-californiano-pechinese che prospetta apocalissi con speranza immutata.
La lampadina dell'Enel può forse dare una mano?
Nel frattempo apparizione di Samuele Bersani, a far gioire gli occhi anzichè le orecchie.
E libri, libri. E tortelli di zucca. E sbrisolone come se piovesse.
Anche dal Trentino Alto Adige Mantova non è irraggiungibile.
Il day after è ugualmente pieno, soprattutto Milano riapre polmoni, occhi e cuore.
Ritrovarsi si può, ormai è un dato di fatto.
Anche l'ospedale diventa a suo modo piacevole. A suo modo, lo ripeto.
E poi il primo gol di Ibrahimovic in nerazzurro.
Strano ma sorprendentemente bello.

Thursday, August 10, 2006

È strano realizzare che non sono proprio su di morale.
È strano capire di aver fatto soffrire qualcuno più di quanto già non sapessi e non sapere se sarò in grado di chiedere scusa davvero. Il dispiacere che provo è con me in ogni caso ed è sincero.
Giorni strani, poco pieni per non dire vuoti.
Che poi non è vero, ma probabilmente l'idea che mi ero fatta della facilità di tornare dopo un mese non è proprio così reale. Me ne sono voluta convincere forse; sono stata brava ad anestetizzarmi. Ma le sensazioni prima o dopo vengono a galla.
Tant'è. "Passa passa tutto passa". E ci credo come al solito. E come al solito verrò ripagata. Come al solito quando meno me lo aspetto.
Sono abbastanza intelligente (diciamolo un buona volta) per capire che il tempo sarà la migliore medicina. E' sempre stato così e stavolta non è diverso.
E' il classico momento di assestamento, quello in cui le nuove certezze non si sono ancora fatte strada nella mente. Quello in cui non vedi ancora gli effetti di ciò che hai vissuto, forse perchè è stato troppo intenso o forse perchè si deve ancora liberare dell'alone di normalità di cui hai voluto circondarlo. La verità è che è stato tutto un dono; un dono che può durare, se solo lo voglio. I do.

Thursday, July 06, 2006

A grande richiesta torno ad aggiornare il blog.
Nessuno si preoccupi, sto benone.
Ieri sera abbiamo scoperto chi saranno i nostri avversari per la FINALE MONDIALE (!!!!!!!!!!!!!) e devo dire che non so se essere preoccupata o fregarmene.
A Grenoble ci sono tanti italiani d'origine che hanno fatto un gran casino l'altro ieri.
Ma non posso dimenticare che dopo tutto siamo in Francia.
Quindi forse dovrei comprarmi un casco, dei parastinchi, non lo so.
Se perdiamo sarà brutto subire la festa dei galletti.
Se vinciamo sarà brutto non essere a casa, con la mia bandiera, con il vicinato che ormai conosce le mie performance di urlatrice da stadio.
Ma tant'è. Sono qui e puo' anche essere che mi prenda il rischio di vedere la partita al parco in mezzo alla bolgia bianca, rossa e blu.
Il desiderio più forte è di trionfare come meriteremmo e zittire i cugini che per chi legge sono d'oltralpe.
Amo la Francia e in generale i francesi sono simpatici, ma restano comunque francesi e non potremo mai andarci troppo d'accordo, almeno calcisticamente parlando.
Tornando a me, potrei dire tutto e niente, non so da dove cominciare.
Tutto é molto più facile di quel che sembrava a parole prima della partenza.
Le valigie pesanti sono davvero il problema più grosso finora.

Tuesday, June 27, 2006

Ho sonno. Sono stravolta.
Ma forse è proprio in momenti come questi che le dita battono sui tasti senza pensarci troppo.
Negli ultimi tre giorni sono stata segretaria di seggio (ufficialmente), nonchè scrutatrice (rigorosamente votante), nonchè ancora vicepresidente in casi straordinari, nonchè addetta all'aggiornamento della percentuale di affluenza della sezione elettorale 4.
Caldo, sonno, a volte noia, ma anche allegria, chiacchiere, scoperte.
Esperienza nuova, impegnativa ma non troppo, pagata (ma non troppo, anzi non tanto); positiva.
Come anche la risposta degli italiani, che per una volta non hanno deluso le aspettative generali, andando in molti alle urne, nè quella di chi sperava nel NO, me compresa.
L'Italia c'è, dunque.
E c'è anche quella degli azzurri, che non sarà spettacolare come il Brasile, ma sa soffrire, fare gruppo e farci comunque sognare; che un rigore a favore allo scadere non ci capitava dalla notte dei tempi.
E così il pupone spazza via l'Australia e le critiche.
Due tricolori da sventolare oggi, insomma.
Da domani si raccolgono davvero le idee sulla partenza, ormai incombente ma non vissuta come incombenza; sono convinta della scelta, spero di darmi ragione a fine luglio.

Monday, May 29, 2006

Finalmente.
Dopo tre settimane di pseudo-isolamento, ecco che mi riaffaccio al mondo per un weekend "sociale".
Prima il saluto al gruppo del Laboratorio teatrale, tra opinioni politiche discordanti, racconti sulla vita in Francia, India e Iraq, pizze bianche con pasta verde, poca mozzarella, ma un po' di grana abbrustolito e caffè normali corretti Baileys, brindisi col rivale alsaziano dello Champagne e domande all'angelo custode.
Serata a conferma della mia tesi (che è anche diventata uno dei miei obiettivi nella vita): ci sono persone che vale la pena di ascoltare, seguire, frequentare. Le altre che vadano per la loro strada. Absolutely. Ce lo meritiamo.
Poi l'appuntamento al terzo verde con gli ottantamila (e più?) di San Siro.
Anche qui conferme; gioia per la musica (a parte naturalmente L'Aura, mi spiace ma ormai la vedo così), gioia per una persona in qualche modo ritrovata, gioia per lo spettacolo a cui ho potuto assistere per l'ennesima volta (la broncopolmonite in questo senso ha avuto un occhio di riguardo), ma soprattutto gioia per essermi resa conto che il silenzio è una condizione sempre più imprescindibile per la mia sanità mentale.
C'è chi però non lo capisce, e allora via con la ola! Che si ripete fino allo sfinimento, incomprensibile al mio seriosissimo io.
Nessun commento sulla domenica ciclistica, che onestamente mi lascia l'amaro in bocca. Spero di non dovermi ricredere su tre settimane di tifo; sarebbe piuttosto deprimente.
Non c'è niente che però scalfisca davvero il traguardo minimo raggiunto: sono (riesco ancora a essere) fuori.

Tuesday, May 16, 2006

L'idea era quella di scrivere un post sulla grande incantatrice (Barcellona), e forse un giorno ci riuscirò, ma la broncopolmonite mi ha fermato e tutta la televisione che fortunatamente non avevo visto negli ultimi mesi l'ho vista in questi dieci giorni di stand-by.
Quindi, com'era inevitabile, ora so tutto sulla triade, sulla cupola, sulle indagini, sui sospetti. E mi dispiace perchè un po' ci ho creduto in questo mondo, mi sono anche incazzata coi giocatori della mia squadra perchè i risultati mancano da troppo, anche se ultimamente ci si diverte di più. E per scoprire cosa? Che probabilmente avevamo ragione fin dal 26 aprile 1998, se non da prima. E in questi anni il massimo che gli juventini erano in grado di rispondere era: "Basta, voi interisti sapete solo attaccarvi a queste cose". Evidentemente era tutto ciò che si poteva dire. A parte che a loro, i tifosi, dello Scudetto poco importava: loro volevano la Champions'. Forse inconsciamente volevano proprio quello che si sarebbero potuti guadagnare davvero solo sul campo perchè Lucky Luciano fin lì non ci arrivava.

Friday, April 14, 2006

La primavera è arrivata.
Prima data per scontata, poi messa in dubbio, poi riacciuffata.
Non è ancora certa; il nano malefico vuole avvelenarci ancora.
Vuole avvelenare le coscienze mutuando il dubbio, sempre.
Però solo l'avversario può essere bersaglio; lui no.
Lui è onnipotente, è onnipresente, e sempre lo sarà, finchè "donerà" le sue televisioni ai figli.
Il segnale è stato comunque lanciato.
C'è qualcuno (molti; la metà di un paese) che non ci sta, che non è ancora pronto ad accettare una disfatta come unica soluzione.
Si deve, si può rinascere, uscire dal baratro in cui rischiavamo di inifilarci definitivamente.
Si può smettere di temere lo sguardo dello spagnolo, del francese; si può forse cominciare ad affermare che viviamo in democrazia.
Si deve dare fiducia a chi è appena arrivato, ricordando il disastro da cui ci deve risollevare.
La primavera è arrivata: la primavera delle menti.

Friday, April 07, 2006

Oggi sono in vena di consigli.
Nel senso che più passa il tempo e più mi rendo conto di sentirmi sulla strada giusta.
La strada del tentativo, la strada che non sai bene dove ti porterà, ma anche la strada del "non c'è alternativa".
E per "non c'è alternativa" intendo che non ci si può nè ci si deve arrendere a quello che c'è già, poco o tanto che sia. Non è proprio possibile e, soprattutto, non è ammissibile. Sì, suona categorico, lo so; ma il fatto di dover scendere a compromessi (perchè ormai credo che tutti ci siamo resi conto che vanno messi in preventivo e accettati), non implica necessariamente la rinuncia. Anzi, il compromesso è, deve essere, lo sprone. Perchè niente è statico, nè stabile, nè tantomeno certo in questa vita.
E' una lezione che ho imparato in prima persona, e mi sento quindi autorizzata a diffonderla, soprattutto alle persone che amo (alcune in particolare, e loro sanno chi sono). Prima ci si rende conto di questo, prima si impara a godere appieno del momento presente.
"A furia di perseguire l'obiettivo, ci siamo scordati di quanto è bella la strada".
Non voglio che mi succeda; forse sto capendo come evitarlo.
In definitiva: Ema, vai e spacca! Lara, divora i due mesi che ti separano dal traguardo! Marco, prenditi il tempo di vivere DAVVERO! E se nel frattempo si avvera Barcellona (con conseguente ovvio pedinamento a Fabio Volo), andiamo!
C'è tempo per il mutuo, c'è tempo per le feste comandate, c'è tempo per tutto. Non adesso.
Questo tempo è finalmente mio.

Tuesday, March 21, 2006

È arrivata alle 19.26 di oggi. Dopo lunghi e freddi (ma splendenti) mesi di gelo, eccola la primavera. Arriva e porta i classici malanni, da cui ovviamente io non vengo esonerata, ma anche l'aria frizzante che ti sembra di non aver mai respirato prima.
Mi piace pensare che la cena di ieri con le Girls abbia rappresentato una sorta di "inaugurazione", di una stagione sorprendente. Ad ogni modo, belle sensazioni, davvero. E, soprattutto, la certezza che so cucinare.
Domani interessante "prova di francese", mi aspetto tutto e niente, e va bene così. Ma la voglia di un viaggio è davvero, davvero, forte; Sil, vedi di essere forte anche tu e di realizzarlo, questo dannato progetto.
Intanto sarà una settimana carica di impegni, di tanto tanto lavoro. Ma il lavoro fortifica, e noi lo lasciamo fare più che volentieri.

Il gioco è sempre lo stesso: non perdere di vista l'obiettivo, ma (tentare di) godere del momento presente. Qualcuno diceva che è il modo migliore per essere felici. Non semplice, ma ci si prova.
"Ma forse non c'è da guadagnare nè da perdere. Per noi non c'è che tentare. Il resto non ci riguarda." (T.S. Eliot, "Four Quartets")

Monday, March 06, 2006

Niente pensieri miei questa volta.
In realtà, niente che abbia scritto io.
Ma tutto quel che segue mi rappresenta.
Eccome.

Lo scrutatore non votante è indifferente alla politica
ci tiene assai a dire "oissa" ma poi non scende dalla macchina
è come un ateo praticante seduto in chiesa la domenica
si mette apposta un po' in disparte per dissentire dalla predica
Lo scrutatore non votante è solo un titolo o un immagine

per cui sarebbe interessante verificarlo in un indagine...

Intervistate quel cantante
che non ascolta mai la musica
oltre alla sua in ogni istante
sentiamo come si giustifica

Lo scrutatore non votante
è come un sasso che non rotola
tiene le mani nelle tasche
e i pugni stretti quando nevica
prepara un viaggio ma non parte
pulisce casa ma non ospita
conosce i nomi delle piante
che taglia con la sega elettrica

Lo scrutatore non votante conserva intatta la sua etica
dalle sue droghe si rinfresca con una bibita analcolica
ha collegato una stampante ma non spedisce mai una lettera
si è comperato un mangiacarte per sbarazzarsi della verità

Lo scrutatore non votante
è sempre stato un uomo fragile
poteva essere farfalla ed è rimasto una crisalide

Telefonate al cartomante
che non contatta neanche l'aldiqua
siccome è calvo usa il turbante
e quando è freddo anche la coppola

Lo scrutatore non votante
con un sapone che non scivola
si fa la doccia dieci volte
e ha le formiche sulla tavola
prepara un viaggio ma non parte
pulisce casa ma non ospita
conosce i nomi delle piante
che taglia con la sega elettrica
prepara un viaggio ma non parte
pulisce casa ma non ospita
lo fa svenire un po' di sangue
ma poi è per la sedia elettrica
[Samuele Bersani, febbraio 2006]

La famiglia aveva costantemente nuovi obiettivi, ti metteva in condizione di credere nelle cose, soprattutto nei valori, anche semplici, ma quelli che ti aiutano a tenere unita la famiglia stessa. [L'educazione ricevuta] Il papà ci ha sempre insegnato a non affezionarsi troppo alle cose perché tutto nella vita è in affitto. E poi ci trasmesso la passione in quello che si fa. Non ci diceva particolarmente qualcosa per insegnarci questo o quello, ma la sua vita, il suo modo di fare, le sue scelte, come quelle di mia madre, ci mettevano nella condizione d'imparare. C'era un esempio costante sia nelle parole che nei fatti. Ci è stato trasmesso un senso di libertà grandissimo, ci è stato fatto capire che la vita la devi vivere, devi cercare di avere lo spirito di sacrificio necessario e saper affrontare le cose difficili, sempre senza affezionarsi troppo alle cose. Il non affezionarsi nelle cose non significa che si deve essere freddi. Significa non rimanerci male se le cose ci mancano. Significa avere un patrimonio intellettuale che ti permetta di saper vivere bene lo stesso anche senza avere certe cose.
[Massimo Moratti, febbraio 2006]

Alfred Souza ha detto:
"Per tanto tempo ho avuto la sensazione che la vita sarebbe presto cominciata, la vera vita! Ma c'erano sempre degli ostacoli da superare strada facendo, qualcosa di irrisolto,un affare che richiedeva ancora tempo, dei debiti che non erano ancora stati regolati, ma in seguito la vita sarebbe cominciata. Finalmente, ho capito che questi ostacoli erano la mia vita. Questo modo di percepire le cose mi ha aiutato a capire che non c'è un mezzo per essere felici ma che essere felici è un mezzo. Di conseguenza, gustate ogni istante della vostra vita, e gustatelo ancora di più perché lo potete condividere con una persona cara, una persona molto cara per passare insieme dei momenti preziosi della vita, e ricordate che il tempo non aspetta nessuno.E allora smettete di aspettare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5kg, di prendere 5kg, di avere dei figli, di vederli andare via di casa. Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina, una casa nuova. Smettete di aspettare la primavera, l'estate, l'autunno, l'inverno. Smettete di aspettare di lasciare questa vita, di rinascere nuovamente, e decidete che non c'è momento migliore per essere felici che il momento presente. La felicità e le gioie non sono delle mete, ma un viaggio.
LAVORATE COME SE NON AVESTE BISOGNO DI SOLDI.
AMATE COME SE NON DOVESTE MAI SOFFRIRE.
BALLATE COME SE NESSUNO VI GUARDASSE."

Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono - le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori.
Ma è più che questo, vero? Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portare via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate.
Questa è la cosa peggiore secondo me.
Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare.
Cos'è l'amore? Quando siamo stati creati, non siamo stati creati come ci vediamo adesso, cioè singoli. Siamo stati creati in coppia e poi divisi. Così passiamo tutta la vita a cercare la nostra metà mancante. Come un pezzo di puzzle che combaci perfettamente in tutti i suoi lati. A volte troviamo una tessera simile a quella che cerchiamo e ci illudiamo che possa andare bene lo stesso, ma poi ci accorgiamo che ciò non è possibile e ci rimettiamo alla ricerca. Molti si fermano, altri si arrendono, io continuerò a cercare fino a trovare la mia metà precisa.
Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se è stata la miglior conversazione mai avuta.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
Possa tu avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice. Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così. Le persone più felici non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.


"La misura di una anima è la dimensione del suo desiderio."
[Gustave Flaubert]

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta la musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
[Pablo Neruda]

"Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare."
[Oscar Wilde]

"É difficile fare delle vacanze intelligenti dopo undici mesi di lavoro cretino."
[Albert]

"É proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante."
[Paulo Coelho]

"Noi tendiamo a dimenticare che la felicità non s'identifica col raggiungimento di qualcosa che non abbiamo, ma si tratta al contrario di individuare e di apprezzare ciò che già possediamo."
[Frederik Koenig]

Noi siamo le nostre esperienze. Se sappiamo ascoltare possiamo essere anche quelle degli altri.

"Se presterai attenzione al presente, potrai migliorarlo. E se migliorerai il presente, anche ciò che accadrà dopo sarà migliore. Ogni giorno porta con sé l'Eternità."
[Paulo Coelho]

"Perdona i tuoi nemici, ma non dimenticare i loro nomi."
[John F. Kennedy]

È meglio essere un nessuno che fa qualcosa che un qualcuno che non fa niente.

"Con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale? Non lo so, ma la quarta guerra mondiale sarà combattuta con bastoni e pietre."
[Albert Einstein]

"L'istruzione è cosa ammirevole ma ogni tanto ci farebbe bene ricordare che non si può mai insegnare quel che veramente vale la pena di conoscere."

[Oscar Wilde]

La scrittura è il segno che richiama il pensiero. La lettura è il pensiero che risponde.

Friday, February 10, 2006

Colpa mia?
Sempre a un passo dalla normalità. Ma subito in fuga.

O salva?

Niente di calcolato, sia chiaro.
Semplice principio di soffocamento.
E l'istinto di sopravvivenza (o lo zodiaco) ha ancora la meglio sul resto.
Sul certo. Sul "deve essere così".

Ma poi
perchè deve essere anormalità la mia?

Rispetto a chi, rispetto a cosa? In base a quale regola?
Adesso è chiaro. Per ora sono salva.
Non per forza sempre contenta. Non per forza sempre soddisfatta.
Ma salva, questo sì.

Monday, January 02, 2006

Manto bianco a risolvere il cattivo umore.
Silenzio inatteso a far dimenticare il freddo.
Continua. Rimane.
Neve come stato mentale.
Chi non apprezza non vede. Chi non vede non guarda nella giusta direzione.
Quella dei sogni, quelli che se li hai li realizzi facilmente.
Quella del "lasciati andare".
Quella dell'emozione. Gratis e in prima fila.
Anno nuovo. Vita nuova?
Conta che sento di essermi presa il tempo di vivere.