Monday, May 29, 2006

Finalmente.
Dopo tre settimane di pseudo-isolamento, ecco che mi riaffaccio al mondo per un weekend "sociale".
Prima il saluto al gruppo del Laboratorio teatrale, tra opinioni politiche discordanti, racconti sulla vita in Francia, India e Iraq, pizze bianche con pasta verde, poca mozzarella, ma un po' di grana abbrustolito e caffè normali corretti Baileys, brindisi col rivale alsaziano dello Champagne e domande all'angelo custode.
Serata a conferma della mia tesi (che è anche diventata uno dei miei obiettivi nella vita): ci sono persone che vale la pena di ascoltare, seguire, frequentare. Le altre che vadano per la loro strada. Absolutely. Ce lo meritiamo.
Poi l'appuntamento al terzo verde con gli ottantamila (e più?) di San Siro.
Anche qui conferme; gioia per la musica (a parte naturalmente L'Aura, mi spiace ma ormai la vedo così), gioia per una persona in qualche modo ritrovata, gioia per lo spettacolo a cui ho potuto assistere per l'ennesima volta (la broncopolmonite in questo senso ha avuto un occhio di riguardo), ma soprattutto gioia per essermi resa conto che il silenzio è una condizione sempre più imprescindibile per la mia sanità mentale.
C'è chi però non lo capisce, e allora via con la ola! Che si ripete fino allo sfinimento, incomprensibile al mio seriosissimo io.
Nessun commento sulla domenica ciclistica, che onestamente mi lascia l'amaro in bocca. Spero di non dovermi ricredere su tre settimane di tifo; sarebbe piuttosto deprimente.
Non c'è niente che però scalfisca davvero il traguardo minimo raggiunto: sono (riesco ancora a essere) fuori.

Tuesday, May 16, 2006

L'idea era quella di scrivere un post sulla grande incantatrice (Barcellona), e forse un giorno ci riuscirò, ma la broncopolmonite mi ha fermato e tutta la televisione che fortunatamente non avevo visto negli ultimi mesi l'ho vista in questi dieci giorni di stand-by.
Quindi, com'era inevitabile, ora so tutto sulla triade, sulla cupola, sulle indagini, sui sospetti. E mi dispiace perchè un po' ci ho creduto in questo mondo, mi sono anche incazzata coi giocatori della mia squadra perchè i risultati mancano da troppo, anche se ultimamente ci si diverte di più. E per scoprire cosa? Che probabilmente avevamo ragione fin dal 26 aprile 1998, se non da prima. E in questi anni il massimo che gli juventini erano in grado di rispondere era: "Basta, voi interisti sapete solo attaccarvi a queste cose". Evidentemente era tutto ciò che si poteva dire. A parte che a loro, i tifosi, dello Scudetto poco importava: loro volevano la Champions'. Forse inconsciamente volevano proprio quello che si sarebbero potuti guadagnare davvero solo sul campo perchè Lucky Luciano fin lì non ci arrivava.