Tuesday, September 19, 2006

Una serata che risolve settembre, e molto di più.
Facile, addirittura gratis, signori.
Sai di volerci essere, senti che non è solo perchè non spenderai niente più di qualche euro per una birra Peroni fredda e deliziosa. Che non bevevi da troppo tempo.
Senti che ne hai bisogno, anche se la sensazione non è chiara, la tradurrai solo a posteriori.
E nel mentre ridi, piangi, batti le mani fino a sentire i muscoli doloranti delle braccia che gridano "Basta!", ma tu non puoi smettere, non sulle note di una canzone come Offeso.
Canti le parole che già conosci, ascolti e resti ammaliata da una voce che non credevi così forte, così consapevole, così padrona delle parole e delle note che ha inventato.
Ti senti sorella di tutti, beh quasi. Ma vorresti che sparissero per aspettare la fine della musica, avvicinarti al bancone e ordinare un'altra birra. Da offrire, questa volta, a colui che senza sapere ha interpretato ciò che anche tu senti. E che, così facendo, contribuisce a dare più coscienza e fiducia ai tuoi stessi pensieri.
Niccolò, quella birra è come se te l'avessi offerta.

Monday, September 11, 2006



Voglio provare a raccontarla. Mentre Fabio Volo parla del consumo di marijuana in Catalunya e delle pene previste (nessuna per il consumo personale), penso che ho abitato nella via di Italo per quattro giorni, ma che la città di Italo abiterà in me per molto più tempo, forse per sempre.
Spiazza, Barcellona; per la prima volta ho dovuto prendere le misure a una città che stavo visitando. Ma una volta capito il suo meccanismo, non sarei più tornata indietro. Ora sono qui, però, e voglio tentare di fissare le prove del fascino, dell’attrazione magica che ho sentito, che sento, per un porto dove ogni giorno tanti marinai decidono di fermarsi. Per vivere.
Viverla è inevitabile, viverla è necessario. Le meraviglie del genio (in qualche modo criminale) di Antoni Gaudì avvolgono la vista e riscaldano il cuore; permettono di pensare che il sogno può permeare la vita, anche se difficilmente ne sarà il fulcro. Ma ciò da cui davvero non si può prescindere sono le vie del Raval, i vicoli del Barri Gotico e della Barceloneta, i suonatori di djembé e di strane percussioni al porto.
La sangria in cartone a caro prezzo, insieme all’inutilità della scalata della Sagrada Familia, monumento più celebre nonché più celebrato della città, è la prova di come lo stereotipo vada evitato; la preparo io, la sangria, qui meglio una cerveza ghiacciata davanti al Museo d’Arte Contemporanea, dove i film si proiettano gratis. Per tutti. Sarà così anche in altre città d’Europa, del mondo? Sicuramente sì, ma l’aria a Barcellona è più leggera, si lascia respirare a pieni polmoni e accompagna il dio Sole che accarezza.
Si lascia prendere, Barcellona; puoi farla tua in qualsiasi momento. Basta lasciarsi prendere a propria volta, senza timore.
Non si dà arie, Barcellona; non è Parigi, bella ma fissa nell’immaginario. Si muove, mai doma, pronta ad accogliere chiunque la voglia guardare. Mille amanti fedeli ha Barcellona.
Lascia una sensazione strana addosso, Barcellona: voglia di ritornarci, perché c’è troppo da fare, troppo da vivere, una sola visita non basta all’animo del viaggiatore impenitente. E allora torneremo, in attesa di una nuova rivelazione; pronti a immergerci ancora una volta nel vortice del suo abbraccio; libera e incatenata, Barcellona.

Saturday, September 09, 2006

Ecco la città a misura d'uomo.
Ecco la città a misura di lettore, per cinque giorni all'anno.
Ecco il Festival a misura di spensieratezza, nonostante l'afa del dopo pranzo.
Banda Osiris spiazzante; ironia più inglese della mia.
Ma anche genio, piano ottomano e batteria da cucina su tutti.
Stefania Bertola e Tim Parks coppia da stadio, un inglese italiano, una torinese anormale.
Che mi fa capire che non ci ho messo poi molto a fare i conti con me.
Federico Rampini, italo-californiano-pechinese che prospetta apocalissi con speranza immutata.
La lampadina dell'Enel può forse dare una mano?
Nel frattempo apparizione di Samuele Bersani, a far gioire gli occhi anzichè le orecchie.
E libri, libri. E tortelli di zucca. E sbrisolone come se piovesse.
Anche dal Trentino Alto Adige Mantova non è irraggiungibile.
Il day after è ugualmente pieno, soprattutto Milano riapre polmoni, occhi e cuore.
Ritrovarsi si può, ormai è un dato di fatto.
Anche l'ospedale diventa a suo modo piacevole. A suo modo, lo ripeto.
E poi il primo gol di Ibrahimovic in nerazzurro.
Strano ma sorprendentemente bello.