Saturday, March 10, 2012

Ho una punta di veleno nel cervello,
la sento,
passerà, si spera,
presto.

Friday, January 28, 2011

sforno dolci dopocena
li consegno a domicilio

ascolto tutti sempre o quasi
alle volte li assecondo

sono pazza, son normale
che secondo me poi è uguale

non mi ergo a grandi altezze
anche se ne avrei i mezzi

temo i soldi
fanno danni

mangio molto
tutti gli anni

amo tanto le parole
con un uso non banale

sono scettica da sempre
ma mi fido ciecamente

Monday, August 30, 2010

pasta più al dente
in piazza più spesso
al porto a spasso
i segni di una gatta addosso

Tuesday, April 20, 2010

Vuoi dei figli? Un giorno, sì.
Vuoi viaggiare? La mia sete di mondo non ha fine, ma riesco a metterla in pratica meno di quanto vorrei.
Sai soffrire? Credo di sì. Ho già sofferto e, anche se mi illudo che il peggio sia passato, sono sufficientemente lucida per sapere che non è finita qui, soffrirò ancora, sarò ancora straziata, altre prove mi richiederanno la forza di risollevarmi.
Sai amare? Scoppio d'amore ma a volte sono avara.
Sei amata? Comincio a vedere i frutti di anni di lotte. Significa che non solo ho seminato, ma che il campo era quello giusto. Sono sempre rimasta attaccata alle mie convinzioni e alla lunga è un comportamento che paga.
Perché scrivi questa parole? Gli occhi lucidi non possono lasciarsi andare, scrivo per difendermi dalla gioia e dal dolore.

Tuesday, March 09, 2010

Luogo curioso, la piscina. Curioso nel vero senso della parola: è frequentato da gente curiosa.
Ci incontri il tipo non molesto ma molesto che ti chiede se ci stai andando per nuotare (sic) e che, una volta avuta la conferma, vuole sapere quando ci vai. Al che è il minimo rispondere che manco morta... e son soddisfazioni! Stalking? No, grazie, non fa per me.
Fosse solo per questo, mi si potrebbe tacciare di eccessiva severità.
Ma il vero fattaccio si verifica all'uscita dalla vasca. Cerco sul bordo la mia tavoletta nera e blu (valore 5,90 €, ma l'importante è che galleggi) e, ta dan!, non c'è più.
Cioè, vittima di un furto mentre nuotavo tranquilla a stile libero nella mia piscina di fiducia?
Non si può più star tranquilli, nemmeno nella "corsia lenta".

Wednesday, December 09, 2009

Un mese che volerà. Almeno fino al 26.
Un mese dopo un mese finito prima male e poi bene.
Un mese che comincia con la notizia più tremenda,
che continua con lo strazio delle lacrime di persone che conosci da tutta la vita.
Le mie non valgono più delle loro. So esattamente cosa stanno passando.

Un mese che dall'ansia dell'attesa estrae la gioia,
chiacchiere inaspettatamente oneste in un'osteria sull'Adda.
Si scoprono affinità, d'atteggiamento soprattutto.
Ognuno prende conferme da dove meglio crede. Anche da un gorilla bianco, perché no?
O da calze a righe, da amore/odio per Milano, da strette di mano vere, da birre offerte senza averlo chiesto.

Un mese in cui capisci una volta di più che la famiglia di sangue ha senso solo se di mezzo c'è anche altro.
Un mese che inizia con un Gambero rosso, sperando però di non fare passi indietro.
Un mese in cui un prete illuminato dice:
"Se trovate qualcuno che ha capito tutto, salutatemelo personalmente; e poi cambiate strada".
Un mese che comincia con una sconfitta calcistica, ma non importa,
perché è l'ennesimo mese di repliche di uno spettacolo mai visto prima
.

Friday, July 17, 2009

Nuove parole.
Nuovi orizzonti.
Nuove persone.
Nuova persona.

Dormire meno.
Fare di più.
Dire, dire e ancora dire.
Contrastare.

Avere gente per casa. Sparecchiare.
Parlare chiaro. Regalare felicità.

Ridere. Più della media.
Cantare. Di tutto.
Volano e gioco dell'oca.

Avere paura. Telepatia.
Portami via.

Sunday, January 11, 2009

Manca una generazione,
se n'è andata nel silenzio della neve all'inizio di un anno che chissà cosa sta per dire.

Rapporti cadono in pezzi, altri si ricomporranno,
una carovana scenderà a sud del fiume per recuperare la propria storia.

Una carezza fredda abbraccia i mesi a venire,
nessuna aspettativa, il mondo farà la sua puntata e io la mia, senza barare.

C'è musica nell'aria, è quella di un poeta,
che aiuti l'anima a sopportare il dolore.

Sunday, October 05, 2008

Impazienza. Vento. Lacrime. Cioccolata.
Fotografie finalmente su carta.
Abbracci da una bambina di nemmeno due anni.
Cibo da mangiare con le mani. Troppa cannella.
Un grande gran premio australiano visto in replica. Un gol di tacco.
Un libro da finire. Un nuovo disco da ascoltare.
Un vestito di lana nero. Una sciarpa, una nuvola.
Sensazione di stallo infinito. Sbagliata ma tant'è.
Idea che tutti gli altri si muovano continuamente.
Sete di novità. Fame di sensazioni.
Un girasole olandese è nato in giardino.


Wednesday, August 13, 2008

Voglio quei biglietti

Torno dal mio viaggio dell'anno, dall'avventura statunitense che mi ha portato in giro per la East Coast, tra gli Appalachi in Tennessee, l'Oceano in North Carolina, passando per barbecue in compagnia, spese pazze nei negozi dell'usato, fino ad arrivare a New York City, inclusa una tappa a Boston. Torno e sono contenta, contenta di averlo fatto. Di aver scommesso ancora una volta su di me ed essere tornata vittoriosa. Ora viene il bello: far durare più che posso questa sensazione.

In ogni caso, torno e trovo una mail che mi incuriosisce: il Safari Tour di Jovanotti su Nat Geo Music. Che sarà mai? Come sempre curiosa, navigo, navigo e... ...vengo travolta dall'energia con cui Lorenzo e la sua musica inevitabilmente contagiano. Scopro che c'è una nuova televisione, che punta su tutto meno che sul mainstream e che segue passo passo il tour estivo di Lorenzo con un video blog.
Ogni anno ha il suo concerto memorabile; quest'anno è il suo, 29 maggio 2008, giorno in cui la tesi, lo stress, tutto passa in secondo piano. E si riscoprono canzoni e ritmi quasi dimenticati. E ci si sente in pace col mondo, almeno per due ore.
Sul quel blog scopro che, con un po' di fortuna, quelle sensazioni potrò provarle ancora.
http://www.toursafari.it/Contest/vinci_i_biglietti_del_safari_tour
Come sempre, quando ne vale la pena io ci provo.

La cosa più sorprendente accade in North Carolina. Sul furgone di Keith, amico di vecchia data che ormai dieci anni fa ne ha passati tre in Italia, diventando interista e instaurando un rapporto d'amore con la grappa, lui sceglie un cd e fa partire una canzone: Per te. Quel disco, Capo Horn, se l'è portato in America. Quello, non un altro.
Ho tentato di inserire un video che ho fatto: i campi di tabacco della North Carolina con Per te come colonna sonora. Pesa troppo però, niente da fare. Dovrà bastare la mia parola.

In generale le chiamo coincidenze. Ma quando c'è di mezzo l'ispirazione, mia o altrui, preferisco parlare di magia. Senza tentare di darle un senso, solo cercando di goderne al meglio.
Buon viaggio (o dovrei dire "safari"?)

Sunday, May 18, 2008

Serve della forza.
E, senza chiedere, arriva.

Arriva dalle mondine, dalla bravura di un'attrice.
Arriva da una cannuccia fuori luogo, da una cameriera distratta.
Arriva quando aiuti qualcuno, mettendo al suo servizio la tua razionalità.

Viene dalle boccacce di adulti e bambini in una serie di cortometraggi.
Viene dalle percussioni di un gruppo nuovo a cui non manca niente.
Viene dai vuoti a rendere del Barone di Mezzago.

Parte dai numeri che dà mia nonna, da ridere e da piangere allo stesso tempo.
Parte dai saluti sinceri di chi vede nel partire non solo una fuga.
Parte forse anche da me, che però da sola sarei nulla.

Saturday, May 10, 2008

Cittadina di un paese mentalmente instabile alla Fiera del Libro di Torino.
In corsa verso un treno in ritardo, una volta salita sento intorno il mondo.
Folla pacifica, previsioni che danno solo allarme.
Facce amiche tra sorrisi e conferme, idea di appartenere pur rimanendo singola.
I soldi vanno e vengono, se compri libri sono spesi bene.
Motivazioni solide spingono avanti il senso del dovere.
Tornare a casa sperando che la sera porti consiglio, che il bel mondo fuori ci entri dentro.
Quando arrivo le finestre sono aperte.

Wednesday, April 16, 2008

Restano le idee.
A quanto pare quelle non possono cambiare.
Sono loro a spingermi sempre, forse troppo.

Resta la delusione.
Ancor più forte perché vissuta in prima linea.

Centinaia di schede che mi passano tra le mani.
Non decidono il destino, ma il futuro lo influenzeranno.

Resta l'incredulità.
Penso a un Paese che si lascia convincere troppo facilmente.
Senza riflettere crede di avere chiara in mente la realtà.

Il Paese dei telefonini, delle domeniche pomeriggio davanti alla televisione.
Il Paese che ormai non sogna più ma che crede nel grande incantatore.
Il Paese che amo e disprezzo nel profondo.

Fa male pensare ai pregiudizi che ci precederanno.
Ma nasce forte la voglia di sfatarli, come mi è già successo.
Incrociamo le dita, prenotiamo voli per la Spagna.
E speriamo che questi cinque anni passino alla svelta.

Monday, February 18, 2008

Desiderare di essere irraggiungibile,
ma non veder l'ora di esser rintracciata.
Voler essere ovunque ma non qui,
pur sapendo che non è in vacanza che si impara a vivere.
Immaginare evoluzioni straordinarie,
per non guardare in faccia la realtà.
Convincersi che è tutto da rifare,
pur consapevole che la tempesta passerà.

Un'attesa che snerva, affatica
e che forse diventerà esaltante.
Un orizzonte sottile, nascosto,
che non regala nemmeno un miraggio.

Rimane un piacere, sicuro davvero.
Prendere un testo e farlo danzare.
Perdersi nel tentativo, perlomeno,
senza lasciarsi troppo intimorire.

Davanti una salita che pare insormontabile,
ma il volo poi sarà infinito,
parrà di non aver mai toccato terra.

Pazienza, una parola deliziosa.
Portiamola, non esiste alternativa.
E anche una speranza, nel frattempo.
Mai e poi mai sentirmi grigia.

Thursday, February 14, 2008

Non mi importa, davvero. Non mi causa sofferenza.
Ma mi rendo conto che anche nel mio immaginario, per quanto mi faccia rabbrividire, il 14 febbraio non è un giorno come un altro.
Si dipinge di rosa, di rosso, il rosso delle centinaia di cuori gonfiabili che se scoppiassero tutti insieme io sarei felice anche se diventassi sorda. Il rosso delle rose rosse che si regalano in questo giorno, che se tutti quelli che le maneggiano si pungessero mi farebbe proprio un gran piacere. Ci sono le gerbere, i tulipani, i ciclamini, i giacinti e, soprattutto, altri 365 giorni per regalarli.
Sa di Baci Perugina, che se la granella di nocciole andasse di traverso a chi li mangia proprio oggi (niente contro i Baci Perugina in generale, beninteso) io non farei tentativi di rianimazione.
Sa delle cucchiaiate di Nutella che si somministra chi vorrebbe festeggiarlo ma non può perché manca la materia prima, che se l'unico giorno in cui sei di umore nero è questo, non sai quanto sei fortunata, baby.
Ma soprattutto raccoglie tutti i freni dell'umanità, che oggi può permettersi di dire certe frasi, di mettersi certi completini, di sentirsi in un certo modo. Così ci si accontenta, illudendosi di godere come si deve.
E allora liberiamo questo giorno, lasciando la possibilità di dire "Sono nato il 14 febbraio" senza la classica eco: "Ah, a San Valentino!".
E poi ben venga se proprio il quattordicesimo giorno del secondo mese dell'anno a qualcuno capitasse di aver voglia di fare un invito, scrivere un biglietto, comprare dei fiori. Non a me magari, ma ben venga.

Sunday, February 10, 2008

sono fatta di terra e di pietre di erba di alberi e corsi d’acqua
sono fatta di fango di cielo di nuvole e vento
sono fatta di zolle e radici di sabbia di paglia e di fichi d’india
sono fatta di aghi di pino di asfalto e di pece

sono fatta di buio e luce

sola me ne sto
ancora per un po’
prima di svelarti tutto
sola me ne sto
ancora per un po’
prima di affrontare
questo lungo viaggio

sono fatta di strani disegni che fanno al tramonto le rondini
sono fatta di vicoli scuri di plastica e carta
sono fatta di aspre montagne di campi arati e salsedine
sono fatta di spine di agavi puzza di bruciato e di iodio

sono fatta d’amore e odio

sola me ne sto
ancora per un po’
prima di svelarti tutto
sola me ne sto
ancora per un po’
prima di affrontare
questo lungo viaggio

sono fatta di antichi silenzi che a sera diventano canti
sono fatta di luce di candele di pane di burro e di miele
sono fatta di suoni di passi di voci che si fanno pianti
sono fatta di corse d’estate di risa e ginocchia sbucciate

sola me ne sto
ancora per un po’
prima di svelarti tutto
sola me ne sto
ancora per un po’
prima di affrontare
questo lungo viaggio

[Meg - Elementa]

Saturday, February 09, 2008



Una sensazione indefinita, non so dove possa trascinare.
Una sensazione che detesto: non avere colpe né responsabilità né, di conseguenza, voce in capitolo.
La fiducia resta. In me e nella possibilità che una battuta d'arresto non significhi poi molto, che non comprometta tutto.
Allora avanti a testa alta, storta come le case di Amsterdam. Loro lasciano perplessi affascinando.
Allora avanti, cercando nuove mete. La voglia di mondo è troppa, non mancherà mai.
Allora pronta, a cucinare per delle anime amiche, ad ascoltarne altre, a passeggiare con chiunque si sappia godere il sole in faccia.
Febbraio porta scoperte dolci e amare, ma evidentemente necessarie.

Friday, January 25, 2008

In balia di altri senza preavviso.

Una giornata da dimenticare,
o forse da tenere bene a mente.
Perché mi devo ricordare
che ci si può sentire anche così.

Come un paese bello più del sole
all'improvviso si ritrova in panne.
Una colpa troppo facile da dare,
peccato esserne solo spettatori.

Poco più di venti giorni dall'inizio
di questo anno che ne vale cento.
Sarà all'altezza delle aspettative,
di ciò che in qualche modo ha già promesso?

Mi butto dentro e vada come vada.

Tuesday, January 01, 2008

Dunque è vero che ci si può ricredere,
non detestare più tanto una ricorrenza.

Ma solo se l'atmosfera intorno lo permette
e le persone intorno danno libero sfogo
a quel che normalmente resta sopito chissà dove.

E allora costeggiamo satelliti, beviamo tè insoliti.
E allora balliamo, cosa può succedere?

Succede che poi ti senti normale
e forse non hai bisogno d'altro.
Abbracci e baci al nuovo anno.

Monday, December 31, 2007

Tempo di bilanci?
Non credo, ne faccio tutti i giorni.

Tempo di divertimento?
Probabilmente, ma raramente mi riesce a comando.

Tempo di tristezza?
No. Si affaccia ma non prende piede.

Tempo di cosa, allora?
Tempo che passa. Ed è una benedizione.

E basta dire di prendere tutto alla leggera.
Basta.

Si è quel che si è. Appurato che sia difficile cambiare,
perché non chiedersi quanto sia davvero necessario?

Thursday, December 13, 2007

Ridere fa bene. Ridere mi fa bene.
La luce fa bene. La luce mi fa bene.
La solitudine a volte fa bene. La solitudine a volte mi fa bene.
Il lavoro fa bene. Il lavoro mi rende forte.
Gli oggetti fanno bene. Se significano qualcosa.
Un complimento a volte fa bene. Altre volte ci vuole e basta.
Un viaggio fa bene. Sempre. Ovunque.
La famiglia fa bene. Mi fa bene e dovrebbe farne a tutti.
Una risposta secca può far bene. Soprattutto quando non se ne hanno altre.
I regali fanno bene. Farli, riceverli. Prima di tutto pensarli, sentirli.
Un abbraccio fa bene, anche più di uno. Ma solo di chi lo sa dare.

Saturday, December 08, 2007

Giorni di poco entusiasmo, eppure di grandi soddisfazioni.
Da un lato una liberazione, un vero lavoro davvero finito, dall'altro nuove possibili catene.
Che se si realizzeranno saranno legami, non certo prigioni.
E se saranno prigioni saranno piacevoli, avranno un fine.
Quello di non avere fine.
Basta dubbi sull'essere all'altezza; provarci è il solo metodo efficace.
Pianificare ma non troppo, altro consiglio da seguire.
Nel frattempo una prenotazione non può far male; non a chi ha come obiettivo i verbi vedere, andare.
Non a chi considera l'amicizia più di una assidua frequentazione.
Non a chi sogna con i piedi ben piantati a terra, e nemmeno a chi lotta lasciandosi trasportare.
Un giorno di riposo e la mente si riabilita, per quel poco che la pioggia le permette.
Resta di fondo un vuoto da colmare; ma dopotutto non c'è fretta.
Serve semplicemente la forza di aspettare.

Monday, October 29, 2007

C'è un mondo solo mio, dove faccio quello che mi piace ma non sono del tutto io.
Nevrosi, sfiducia, mancanza di concentrazione. Tempo perso.
Forse soltanto per creare quella pressione che mi è necessaria per rendere al meglio.
Non so, ma più di così non riesco a fare.
Saprò accettare il compromesso quando mi verrà richiesto?

Nel frattempo mi innamoro dell'autunno, delle foglie che ci sono qui ma anche oltreoceano.

E riscopro la meraviglia di essere fratelli.
La ritrovo in un palazzetto arrabbiato ma fiducioso, tenace e che per questo viene premiato.
Non gioverà alla mia concentrazione, ma forse non è poi così vero.
Stress pacifico, forse è questo il mio destino.
Cerco di non aspettarlo. Io vivo.

Tuesday, September 18, 2007

Lineare. Bello.
Ovvio, l'opinione prevede una massiccia dose di autocontrollo per non cadere nel luogo comune del "è figo, dunque è bravo". Semplicemente è figo come lo si immagina e ha la stessa voce sentita nei dischi.
Grande musica prima di tutto.
Sudore, voce che si scalda, luci viola prima del finale verde acqua; una culla verso l'arrivederci che arriva troppo in fretta e troppo presto.
Forza, energia, ma anche una specie di calma zen che fa subito dimenticare le canzoni non sentite e gli spintoni dati e presi dai giganti americani ubriachi. You're lucky I'm not a boy. I'm lucky I was there.

Monday, August 20, 2007

Torno un po' bambina, torno un po' donna.
Forse torno in me, semplicemente.

Capisco che di posto ce n'è.
Tanto, ma non per tutti. Spesso, ma non sempre.

Mi adeguo per quel che mi riesce.
Rimango bambolina e rottame. Sono io.

Plutone è un gran bel posto, rimanerci servirebbe.
Per correre con più forza. Agire con leggerezza.

"Vedremo" è una bella parola. Vedremo davvero.
Voglio proprio vedere.

Monday, August 06, 2007

C'est quoi exactement qui nous fait dire: "Ça suffit, j'en peux plus"?
D'où vient cette lassitude qu'à un certain moment l'emporte sur le reste, sur tout ce qui était important jusque là?
Pourquoi l'esprit n'est-il pas toujours lucide, pour quelle raison on ne peut pas tout simplement suivre le chemin qu'on a bien clair dans la tête?
Ou bien, pourquoi est-il si difficile d'accepter qu'on est comme-ça, qu'on n'arrive pas toujours à comprendre tout le monde? Et que tout le monde n'arrive pas toujours à nous comprendre?
Pourquoi être humains entraîne-t-il une telle souffrance? Et pourquoi les gens qui normalement ont les mêmes impressions que nous ne changent jamais leurs avis?
Pourquoi a-t-on toujours l'impression que ce sont les autres qui ont raison? Porquoi on est toujours prêt à justifier tout le monde, mais pas soi-même?
C'est quoi exactement qui permet aux autres de rester si tranquils?
Pas de véritables réponses, il paraît, c'est plutôt le chaos.
Ce qui est à la fois dégoûtant et merveilleux.

Thursday, June 14, 2007

E quando l'universo vero non basta
trovo rifugio in quello parallelo.

Tutto nella mia testa eppure palpabile;
lo seguo.

Ma poi arriva il resto
quando meno me lo aspetto.

È pioggia col sole, sono note intonate.
È grandine che pare voglia scuotere te e il grigiore.


In circolo c'è ancora anestesia.
Ma mi rialzo, mi sto svegliando.

Saturday, May 26, 2007

Finestra aperta. Che il vicinato senta la mia musica.
Stanchezza sì, molta. La testa comunque non si ferma.
Forse il segreto sta nel non mostrarsi alla ricerca.
Forse bisognerebbe assecondare.
Può darsi che così venga più facile.
Forse.
Ma non ci credo.
Troppi esempi dicono il contrario.
Spesso insabbiati, messi a tacere.
Ma no. La rotta non cambia. Non basta questo a deviarmi.
Mi irrita, ma mi dà forza.
Mi delude, ma mi chiarisce la mente.
In assenza di formule infallibili, preferisco ancora usare la mia.

Tuesday, March 20, 2007

Pensarci è inevitabile
Forse anche un po' forzato
Non a cosa sarebbe stato
Non a cosa sarebbe
Ma a cosa è stato
A cosa ho vissuto e vivo
Nell'assenza

Un padre viene liberato
Mentre io vado a trovare il mio
Sollievo; la mente va
Ad altri figli
In questo giorno

Due fiori e un po' di luce
Un vento che sa di profezia
Nuovole grigie
Ma sono più perle che squali

Thursday, February 15, 2007

Ci voleva. Mi ci voleva.
Arrivata in cima, prima che cominci la nuova salita,
mi godo qualche giornata pianeggiante.
Col bene che fa. Che deve fare.

La mia rabbia è sempre lì, impassibile.
La mia gioia è sempre così, impenetrabile.
Le mie certezze sono salde, vacillano.
Dentro ho il sole, la pioggia.

Senza paracadute ma con una fune di sostegno,
una fune elastica che avvicina e allontana l'obiettivo.
Lui resta lì comunque,
mentre costruisco un modo per poterlo acciuffare.

Tuesday, January 02, 2007

Inizio il nuovo anno iscrivendomi alla community del sito dei Negrita.
I racconti di viaggio letti tra ieri e oggi non mi bastano, ne voglio ancora.
E così ne avrò.
Un intero archivio da perlustrare.

Essere cent'anni avanti, essere cent'anni indietro.
Interrogativi da fine anno, ma anche questioni aperte, scottanti.
Causa di sofferenza.

Aver capito tutto, non aver capito niente.
Un dilemma che mi logora fino a un certo punto.
Dopodiché lascia posto al presente; per fortuna l'adolescenza è finita.

E guardando il calendario si riparte.
Anche se l'idea è quella semplice di proseguire.
Per dove non si sa, ma è questo il mio amore più grande.

Thursday, December 14, 2006

lo schiaffo ti colpisce dopo qualche giorno
è santa lucia, manca poco a natale
scopri che è l'onomastico di una bambina
che non ha niente da festeggiare
tu non c'entri, potenzialmente sei tranquilla
ma c'è qualcosa
che c'è sempre stato
che non puoi
ma neppure vuoi evitare
chi decide chi ti entra nel cuore?
chi decide quali sono le ragioni più nobili?
non io, certo
ma nemmeno qualcun altro
e allora vivo con un po' di tristezza
triste consapevolezza
che passerà
perchè passa passa
tutto passa
ma tutto resta
da qualche parte
è santa lucia, manca poco a natale

Friday, November 03, 2006

la voce oltreoceano ci parla di una bellezza ma non tutti sanno che c'è
e probabilmente è la nostra fortuna

la voce di inizio novembre è quella del vento
spazza il cielo e ci ricorda di sperare

i fiori sulle tombe invocano pietà
non è colpa nostra se siamo ancora qui

il cuore delle ragazze è arido e scoppia
è spento e si riempie

la testa delle ragazze è piena ma spera
aspetta impaziente quel vuoto

la sete delle ragazze è tanta
anche se a volte vorrebbero sapere già tutto

l'intuito indica la strada
poco importa che sia la migliore, è quella giusta

la tristezza guida le lacrime
sensate e necessarie più di tante parole

una mano non vista ci resta vicino
diventa il nostro magico scudo

Monday, October 02, 2006

Quanto mi piace il cazzeggio della domenica.
Mi piace quando non sottolinea il nulla da fare, ma fa da materasso per riprendersi dall'intensità che lo ha preceduto o da rampa di lancio per quella che seguirà.
Se poi sono raffreddata
bevo caffelatte
ascolto Niccolò Fabi dopo aver finito di guardare "The curse of the Black Pearl"
(che cosa c'entri la traduzione "La maledizione della PRIMA LUNA" non lo so, soprattutto non ne vedo la necessità. Un giorno voglio vincere le mie battaglie in questo senso.)
fuori la pioggia viene e va
l'autunno sembra davvero qui e in qualche modo giustifica la voglia di dolce far niente
è allora che il cazzeggio della domenica mi piace ancora di più.
Lo amo proprio.
Poi c'è sempre la sensazione di qualcosa che manca.
Non la annullo, per carità;
ma lascio che a prevalere sia il gusto di ciò che è qui.
Ora.
Nessuno me l'ha insegnato.
Nessuno può cambiare questa condizione. Condanna o ancora di salvataggio che sia.
E' in me. Semplicemente.

Tuesday, September 19, 2006

Una serata che risolve settembre, e molto di più.
Facile, addirittura gratis, signori.
Sai di volerci essere, senti che non è solo perchè non spenderai niente più di qualche euro per una birra Peroni fredda e deliziosa. Che non bevevi da troppo tempo.
Senti che ne hai bisogno, anche se la sensazione non è chiara, la tradurrai solo a posteriori.
E nel mentre ridi, piangi, batti le mani fino a sentire i muscoli doloranti delle braccia che gridano "Basta!", ma tu non puoi smettere, non sulle note di una canzone come Offeso.
Canti le parole che già conosci, ascolti e resti ammaliata da una voce che non credevi così forte, così consapevole, così padrona delle parole e delle note che ha inventato.
Ti senti sorella di tutti, beh quasi. Ma vorresti che sparissero per aspettare la fine della musica, avvicinarti al bancone e ordinare un'altra birra. Da offrire, questa volta, a colui che senza sapere ha interpretato ciò che anche tu senti. E che, così facendo, contribuisce a dare più coscienza e fiducia ai tuoi stessi pensieri.
Niccolò, quella birra è come se te l'avessi offerta.

Monday, September 11, 2006



Voglio provare a raccontarla. Mentre Fabio Volo parla del consumo di marijuana in Catalunya e delle pene previste (nessuna per il consumo personale), penso che ho abitato nella via di Italo per quattro giorni, ma che la città di Italo abiterà in me per molto più tempo, forse per sempre.
Spiazza, Barcellona; per la prima volta ho dovuto prendere le misure a una città che stavo visitando. Ma una volta capito il suo meccanismo, non sarei più tornata indietro. Ora sono qui, però, e voglio tentare di fissare le prove del fascino, dell’attrazione magica che ho sentito, che sento, per un porto dove ogni giorno tanti marinai decidono di fermarsi. Per vivere.
Viverla è inevitabile, viverla è necessario. Le meraviglie del genio (in qualche modo criminale) di Antoni Gaudì avvolgono la vista e riscaldano il cuore; permettono di pensare che il sogno può permeare la vita, anche se difficilmente ne sarà il fulcro. Ma ciò da cui davvero non si può prescindere sono le vie del Raval, i vicoli del Barri Gotico e della Barceloneta, i suonatori di djembé e di strane percussioni al porto.
La sangria in cartone a caro prezzo, insieme all’inutilità della scalata della Sagrada Familia, monumento più celebre nonché più celebrato della città, è la prova di come lo stereotipo vada evitato; la preparo io, la sangria, qui meglio una cerveza ghiacciata davanti al Museo d’Arte Contemporanea, dove i film si proiettano gratis. Per tutti. Sarà così anche in altre città d’Europa, del mondo? Sicuramente sì, ma l’aria a Barcellona è più leggera, si lascia respirare a pieni polmoni e accompagna il dio Sole che accarezza.
Si lascia prendere, Barcellona; puoi farla tua in qualsiasi momento. Basta lasciarsi prendere a propria volta, senza timore.
Non si dà arie, Barcellona; non è Parigi, bella ma fissa nell’immaginario. Si muove, mai doma, pronta ad accogliere chiunque la voglia guardare. Mille amanti fedeli ha Barcellona.
Lascia una sensazione strana addosso, Barcellona: voglia di ritornarci, perché c’è troppo da fare, troppo da vivere, una sola visita non basta all’animo del viaggiatore impenitente. E allora torneremo, in attesa di una nuova rivelazione; pronti a immergerci ancora una volta nel vortice del suo abbraccio; libera e incatenata, Barcellona.

Saturday, September 09, 2006

Ecco la città a misura d'uomo.
Ecco la città a misura di lettore, per cinque giorni all'anno.
Ecco il Festival a misura di spensieratezza, nonostante l'afa del dopo pranzo.
Banda Osiris spiazzante; ironia più inglese della mia.
Ma anche genio, piano ottomano e batteria da cucina su tutti.
Stefania Bertola e Tim Parks coppia da stadio, un inglese italiano, una torinese anormale.
Che mi fa capire che non ci ho messo poi molto a fare i conti con me.
Federico Rampini, italo-californiano-pechinese che prospetta apocalissi con speranza immutata.
La lampadina dell'Enel può forse dare una mano?
Nel frattempo apparizione di Samuele Bersani, a far gioire gli occhi anzichè le orecchie.
E libri, libri. E tortelli di zucca. E sbrisolone come se piovesse.
Anche dal Trentino Alto Adige Mantova non è irraggiungibile.
Il day after è ugualmente pieno, soprattutto Milano riapre polmoni, occhi e cuore.
Ritrovarsi si può, ormai è un dato di fatto.
Anche l'ospedale diventa a suo modo piacevole. A suo modo, lo ripeto.
E poi il primo gol di Ibrahimovic in nerazzurro.
Strano ma sorprendentemente bello.

Thursday, August 10, 2006

È strano realizzare che non sono proprio su di morale.
È strano capire di aver fatto soffrire qualcuno più di quanto già non sapessi e non sapere se sarò in grado di chiedere scusa davvero. Il dispiacere che provo è con me in ogni caso ed è sincero.
Giorni strani, poco pieni per non dire vuoti.
Che poi non è vero, ma probabilmente l'idea che mi ero fatta della facilità di tornare dopo un mese non è proprio così reale. Me ne sono voluta convincere forse; sono stata brava ad anestetizzarmi. Ma le sensazioni prima o dopo vengono a galla.
Tant'è. "Passa passa tutto passa". E ci credo come al solito. E come al solito verrò ripagata. Come al solito quando meno me lo aspetto.
Sono abbastanza intelligente (diciamolo un buona volta) per capire che il tempo sarà la migliore medicina. E' sempre stato così e stavolta non è diverso.
E' il classico momento di assestamento, quello in cui le nuove certezze non si sono ancora fatte strada nella mente. Quello in cui non vedi ancora gli effetti di ciò che hai vissuto, forse perchè è stato troppo intenso o forse perchè si deve ancora liberare dell'alone di normalità di cui hai voluto circondarlo. La verità è che è stato tutto un dono; un dono che può durare, se solo lo voglio. I do.

Thursday, July 06, 2006

A grande richiesta torno ad aggiornare il blog.
Nessuno si preoccupi, sto benone.
Ieri sera abbiamo scoperto chi saranno i nostri avversari per la FINALE MONDIALE (!!!!!!!!!!!!!) e devo dire che non so se essere preoccupata o fregarmene.
A Grenoble ci sono tanti italiani d'origine che hanno fatto un gran casino l'altro ieri.
Ma non posso dimenticare che dopo tutto siamo in Francia.
Quindi forse dovrei comprarmi un casco, dei parastinchi, non lo so.
Se perdiamo sarà brutto subire la festa dei galletti.
Se vinciamo sarà brutto non essere a casa, con la mia bandiera, con il vicinato che ormai conosce le mie performance di urlatrice da stadio.
Ma tant'è. Sono qui e puo' anche essere che mi prenda il rischio di vedere la partita al parco in mezzo alla bolgia bianca, rossa e blu.
Il desiderio più forte è di trionfare come meriteremmo e zittire i cugini che per chi legge sono d'oltralpe.
Amo la Francia e in generale i francesi sono simpatici, ma restano comunque francesi e non potremo mai andarci troppo d'accordo, almeno calcisticamente parlando.
Tornando a me, potrei dire tutto e niente, non so da dove cominciare.
Tutto é molto più facile di quel che sembrava a parole prima della partenza.
Le valigie pesanti sono davvero il problema più grosso finora.

Tuesday, June 27, 2006

Ho sonno. Sono stravolta.
Ma forse è proprio in momenti come questi che le dita battono sui tasti senza pensarci troppo.
Negli ultimi tre giorni sono stata segretaria di seggio (ufficialmente), nonchè scrutatrice (rigorosamente votante), nonchè ancora vicepresidente in casi straordinari, nonchè addetta all'aggiornamento della percentuale di affluenza della sezione elettorale 4.
Caldo, sonno, a volte noia, ma anche allegria, chiacchiere, scoperte.
Esperienza nuova, impegnativa ma non troppo, pagata (ma non troppo, anzi non tanto); positiva.
Come anche la risposta degli italiani, che per una volta non hanno deluso le aspettative generali, andando in molti alle urne, nè quella di chi sperava nel NO, me compresa.
L'Italia c'è, dunque.
E c'è anche quella degli azzurri, che non sarà spettacolare come il Brasile, ma sa soffrire, fare gruppo e farci comunque sognare; che un rigore a favore allo scadere non ci capitava dalla notte dei tempi.
E così il pupone spazza via l'Australia e le critiche.
Due tricolori da sventolare oggi, insomma.
Da domani si raccolgono davvero le idee sulla partenza, ormai incombente ma non vissuta come incombenza; sono convinta della scelta, spero di darmi ragione a fine luglio.

Monday, May 29, 2006

Finalmente.
Dopo tre settimane di pseudo-isolamento, ecco che mi riaffaccio al mondo per un weekend "sociale".
Prima il saluto al gruppo del Laboratorio teatrale, tra opinioni politiche discordanti, racconti sulla vita in Francia, India e Iraq, pizze bianche con pasta verde, poca mozzarella, ma un po' di grana abbrustolito e caffè normali corretti Baileys, brindisi col rivale alsaziano dello Champagne e domande all'angelo custode.
Serata a conferma della mia tesi (che è anche diventata uno dei miei obiettivi nella vita): ci sono persone che vale la pena di ascoltare, seguire, frequentare. Le altre che vadano per la loro strada. Absolutely. Ce lo meritiamo.
Poi l'appuntamento al terzo verde con gli ottantamila (e più?) di San Siro.
Anche qui conferme; gioia per la musica (a parte naturalmente L'Aura, mi spiace ma ormai la vedo così), gioia per una persona in qualche modo ritrovata, gioia per lo spettacolo a cui ho potuto assistere per l'ennesima volta (la broncopolmonite in questo senso ha avuto un occhio di riguardo), ma soprattutto gioia per essermi resa conto che il silenzio è una condizione sempre più imprescindibile per la mia sanità mentale.
C'è chi però non lo capisce, e allora via con la ola! Che si ripete fino allo sfinimento, incomprensibile al mio seriosissimo io.
Nessun commento sulla domenica ciclistica, che onestamente mi lascia l'amaro in bocca. Spero di non dovermi ricredere su tre settimane di tifo; sarebbe piuttosto deprimente.
Non c'è niente che però scalfisca davvero il traguardo minimo raggiunto: sono (riesco ancora a essere) fuori.

Tuesday, May 16, 2006

L'idea era quella di scrivere un post sulla grande incantatrice (Barcellona), e forse un giorno ci riuscirò, ma la broncopolmonite mi ha fermato e tutta la televisione che fortunatamente non avevo visto negli ultimi mesi l'ho vista in questi dieci giorni di stand-by.
Quindi, com'era inevitabile, ora so tutto sulla triade, sulla cupola, sulle indagini, sui sospetti. E mi dispiace perchè un po' ci ho creduto in questo mondo, mi sono anche incazzata coi giocatori della mia squadra perchè i risultati mancano da troppo, anche se ultimamente ci si diverte di più. E per scoprire cosa? Che probabilmente avevamo ragione fin dal 26 aprile 1998, se non da prima. E in questi anni il massimo che gli juventini erano in grado di rispondere era: "Basta, voi interisti sapete solo attaccarvi a queste cose". Evidentemente era tutto ciò che si poteva dire. A parte che a loro, i tifosi, dello Scudetto poco importava: loro volevano la Champions'. Forse inconsciamente volevano proprio quello che si sarebbero potuti guadagnare davvero solo sul campo perchè Lucky Luciano fin lì non ci arrivava.

Friday, April 14, 2006

La primavera è arrivata.
Prima data per scontata, poi messa in dubbio, poi riacciuffata.
Non è ancora certa; il nano malefico vuole avvelenarci ancora.
Vuole avvelenare le coscienze mutuando il dubbio, sempre.
Però solo l'avversario può essere bersaglio; lui no.
Lui è onnipotente, è onnipresente, e sempre lo sarà, finchè "donerà" le sue televisioni ai figli.
Il segnale è stato comunque lanciato.
C'è qualcuno (molti; la metà di un paese) che non ci sta, che non è ancora pronto ad accettare una disfatta come unica soluzione.
Si deve, si può rinascere, uscire dal baratro in cui rischiavamo di inifilarci definitivamente.
Si può smettere di temere lo sguardo dello spagnolo, del francese; si può forse cominciare ad affermare che viviamo in democrazia.
Si deve dare fiducia a chi è appena arrivato, ricordando il disastro da cui ci deve risollevare.
La primavera è arrivata: la primavera delle menti.

Friday, April 07, 2006

Oggi sono in vena di consigli.
Nel senso che più passa il tempo e più mi rendo conto di sentirmi sulla strada giusta.
La strada del tentativo, la strada che non sai bene dove ti porterà, ma anche la strada del "non c'è alternativa".
E per "non c'è alternativa" intendo che non ci si può nè ci si deve arrendere a quello che c'è già, poco o tanto che sia. Non è proprio possibile e, soprattutto, non è ammissibile. Sì, suona categorico, lo so; ma il fatto di dover scendere a compromessi (perchè ormai credo che tutti ci siamo resi conto che vanno messi in preventivo e accettati), non implica necessariamente la rinuncia. Anzi, il compromesso è, deve essere, lo sprone. Perchè niente è statico, nè stabile, nè tantomeno certo in questa vita.
E' una lezione che ho imparato in prima persona, e mi sento quindi autorizzata a diffonderla, soprattutto alle persone che amo (alcune in particolare, e loro sanno chi sono). Prima ci si rende conto di questo, prima si impara a godere appieno del momento presente.
"A furia di perseguire l'obiettivo, ci siamo scordati di quanto è bella la strada".
Non voglio che mi succeda; forse sto capendo come evitarlo.
In definitiva: Ema, vai e spacca! Lara, divora i due mesi che ti separano dal traguardo! Marco, prenditi il tempo di vivere DAVVERO! E se nel frattempo si avvera Barcellona (con conseguente ovvio pedinamento a Fabio Volo), andiamo!
C'è tempo per il mutuo, c'è tempo per le feste comandate, c'è tempo per tutto. Non adesso.
Questo tempo è finalmente mio.

Tuesday, March 21, 2006

È arrivata alle 19.26 di oggi. Dopo lunghi e freddi (ma splendenti) mesi di gelo, eccola la primavera. Arriva e porta i classici malanni, da cui ovviamente io non vengo esonerata, ma anche l'aria frizzante che ti sembra di non aver mai respirato prima.
Mi piace pensare che la cena di ieri con le Girls abbia rappresentato una sorta di "inaugurazione", di una stagione sorprendente. Ad ogni modo, belle sensazioni, davvero. E, soprattutto, la certezza che so cucinare.
Domani interessante "prova di francese", mi aspetto tutto e niente, e va bene così. Ma la voglia di un viaggio è davvero, davvero, forte; Sil, vedi di essere forte anche tu e di realizzarlo, questo dannato progetto.
Intanto sarà una settimana carica di impegni, di tanto tanto lavoro. Ma il lavoro fortifica, e noi lo lasciamo fare più che volentieri.

Il gioco è sempre lo stesso: non perdere di vista l'obiettivo, ma (tentare di) godere del momento presente. Qualcuno diceva che è il modo migliore per essere felici. Non semplice, ma ci si prova.
"Ma forse non c'è da guadagnare nè da perdere. Per noi non c'è che tentare. Il resto non ci riguarda." (T.S. Eliot, "Four Quartets")

Monday, March 06, 2006

Niente pensieri miei questa volta.
In realtà, niente che abbia scritto io.
Ma tutto quel che segue mi rappresenta.
Eccome.

Lo scrutatore non votante è indifferente alla politica
ci tiene assai a dire "oissa" ma poi non scende dalla macchina
è come un ateo praticante seduto in chiesa la domenica
si mette apposta un po' in disparte per dissentire dalla predica
Lo scrutatore non votante è solo un titolo o un immagine

per cui sarebbe interessante verificarlo in un indagine...

Intervistate quel cantante
che non ascolta mai la musica
oltre alla sua in ogni istante
sentiamo come si giustifica

Lo scrutatore non votante
è come un sasso che non rotola
tiene le mani nelle tasche
e i pugni stretti quando nevica
prepara un viaggio ma non parte
pulisce casa ma non ospita
conosce i nomi delle piante
che taglia con la sega elettrica

Lo scrutatore non votante conserva intatta la sua etica
dalle sue droghe si rinfresca con una bibita analcolica
ha collegato una stampante ma non spedisce mai una lettera
si è comperato un mangiacarte per sbarazzarsi della verità

Lo scrutatore non votante
è sempre stato un uomo fragile
poteva essere farfalla ed è rimasto una crisalide

Telefonate al cartomante
che non contatta neanche l'aldiqua
siccome è calvo usa il turbante
e quando è freddo anche la coppola

Lo scrutatore non votante
con un sapone che non scivola
si fa la doccia dieci volte
e ha le formiche sulla tavola
prepara un viaggio ma non parte
pulisce casa ma non ospita
conosce i nomi delle piante
che taglia con la sega elettrica
prepara un viaggio ma non parte
pulisce casa ma non ospita
lo fa svenire un po' di sangue
ma poi è per la sedia elettrica
[Samuele Bersani, febbraio 2006]

La famiglia aveva costantemente nuovi obiettivi, ti metteva in condizione di credere nelle cose, soprattutto nei valori, anche semplici, ma quelli che ti aiutano a tenere unita la famiglia stessa. [L'educazione ricevuta] Il papà ci ha sempre insegnato a non affezionarsi troppo alle cose perché tutto nella vita è in affitto. E poi ci trasmesso la passione in quello che si fa. Non ci diceva particolarmente qualcosa per insegnarci questo o quello, ma la sua vita, il suo modo di fare, le sue scelte, come quelle di mia madre, ci mettevano nella condizione d'imparare. C'era un esempio costante sia nelle parole che nei fatti. Ci è stato trasmesso un senso di libertà grandissimo, ci è stato fatto capire che la vita la devi vivere, devi cercare di avere lo spirito di sacrificio necessario e saper affrontare le cose difficili, sempre senza affezionarsi troppo alle cose. Il non affezionarsi nelle cose non significa che si deve essere freddi. Significa non rimanerci male se le cose ci mancano. Significa avere un patrimonio intellettuale che ti permetta di saper vivere bene lo stesso anche senza avere certe cose.
[Massimo Moratti, febbraio 2006]

Alfred Souza ha detto:
"Per tanto tempo ho avuto la sensazione che la vita sarebbe presto cominciata, la vera vita! Ma c'erano sempre degli ostacoli da superare strada facendo, qualcosa di irrisolto,un affare che richiedeva ancora tempo, dei debiti che non erano ancora stati regolati, ma in seguito la vita sarebbe cominciata. Finalmente, ho capito che questi ostacoli erano la mia vita. Questo modo di percepire le cose mi ha aiutato a capire che non c'è un mezzo per essere felici ma che essere felici è un mezzo. Di conseguenza, gustate ogni istante della vostra vita, e gustatelo ancora di più perché lo potete condividere con una persona cara, una persona molto cara per passare insieme dei momenti preziosi della vita, e ricordate che il tempo non aspetta nessuno.E allora smettete di aspettare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5kg, di prendere 5kg, di avere dei figli, di vederli andare via di casa. Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina, una casa nuova. Smettete di aspettare la primavera, l'estate, l'autunno, l'inverno. Smettete di aspettare di lasciare questa vita, di rinascere nuovamente, e decidete che non c'è momento migliore per essere felici che il momento presente. La felicità e le gioie non sono delle mete, ma un viaggio.
LAVORATE COME SE NON AVESTE BISOGNO DI SOLDI.
AMATE COME SE NON DOVESTE MAI SOFFRIRE.
BALLATE COME SE NESSUNO VI GUARDASSE."

Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono - le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori.
Ma è più che questo, vero? Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portare via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate.
Questa è la cosa peggiore secondo me.
Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare.
Cos'è l'amore? Quando siamo stati creati, non siamo stati creati come ci vediamo adesso, cioè singoli. Siamo stati creati in coppia e poi divisi. Così passiamo tutta la vita a cercare la nostra metà mancante. Come un pezzo di puzzle che combaci perfettamente in tutti i suoi lati. A volte troviamo una tessera simile a quella che cerchiamo e ci illudiamo che possa andare bene lo stesso, ma poi ci accorgiamo che ciò non è possibile e ci rimettiamo alla ricerca. Molti si fermano, altri si arrendono, io continuerò a cercare fino a trovare la mia metà precisa.
Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti come se è stata la miglior conversazione mai avuta.
Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
Possa tu avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice. Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così. Le persone più felici non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.


"La misura di una anima è la dimensione del suo desiderio."
[Gustave Flaubert]

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta la musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
[Pablo Neruda]

"Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare."
[Oscar Wilde]

"É difficile fare delle vacanze intelligenti dopo undici mesi di lavoro cretino."
[Albert]

"É proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante."
[Paulo Coelho]

"Noi tendiamo a dimenticare che la felicità non s'identifica col raggiungimento di qualcosa che non abbiamo, ma si tratta al contrario di individuare e di apprezzare ciò che già possediamo."
[Frederik Koenig]

Noi siamo le nostre esperienze. Se sappiamo ascoltare possiamo essere anche quelle degli altri.

"Se presterai attenzione al presente, potrai migliorarlo. E se migliorerai il presente, anche ciò che accadrà dopo sarà migliore. Ogni giorno porta con sé l'Eternità."
[Paulo Coelho]

"Perdona i tuoi nemici, ma non dimenticare i loro nomi."
[John F. Kennedy]

È meglio essere un nessuno che fa qualcosa che un qualcuno che non fa niente.

"Con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale? Non lo so, ma la quarta guerra mondiale sarà combattuta con bastoni e pietre."
[Albert Einstein]

"L'istruzione è cosa ammirevole ma ogni tanto ci farebbe bene ricordare che non si può mai insegnare quel che veramente vale la pena di conoscere."

[Oscar Wilde]

La scrittura è il segno che richiama il pensiero. La lettura è il pensiero che risponde.

Friday, February 10, 2006

Colpa mia?
Sempre a un passo dalla normalità. Ma subito in fuga.

O salva?

Niente di calcolato, sia chiaro.
Semplice principio di soffocamento.
E l'istinto di sopravvivenza (o lo zodiaco) ha ancora la meglio sul resto.
Sul certo. Sul "deve essere così".

Ma poi
perchè deve essere anormalità la mia?

Rispetto a chi, rispetto a cosa? In base a quale regola?
Adesso è chiaro. Per ora sono salva.
Non per forza sempre contenta. Non per forza sempre soddisfatta.
Ma salva, questo sì.

Monday, January 02, 2006

Manto bianco a risolvere il cattivo umore.
Silenzio inatteso a far dimenticare il freddo.
Continua. Rimane.
Neve come stato mentale.
Chi non apprezza non vede. Chi non vede non guarda nella giusta direzione.
Quella dei sogni, quelli che se li hai li realizzi facilmente.
Quella del "lasciati andare".
Quella dell'emozione. Gratis e in prima fila.
Anno nuovo. Vita nuova?
Conta che sento di essermi presa il tempo di vivere.

Wednesday, December 14, 2005

Inter-Milan 3-2.
Punti in classifica 32. Cugini scavalcati.
Vieri. Maglia numero 32. Era andato al Milan per vincere. Cosa?
Fottiti traditore. Godi Peppino.
Inter-Milan 3-2.
Punti in classifica 32. Cugini scavalcati.
Vieri. Maglia numero 32. Era andato al Milan per vincere. Cosa?
Fottiti traditore. Godi Peppino.
Inter-Milan 3-2.
Punti in classifica 32. Cugini scavalcati.
Vieri. Maglia numero 32. Era andato al Milan per vincere. Cosa?
Fottiti traditore. Godi Peppino.

Thursday, December 01, 2005

All'attacco con gli odi.
Odio l'imprecisione, quando può essere evitata.
Odio la chiusura mentale, anche la mia, a volte.
Odio le troppe certezze, che ti distruggono appena sembrano vacillare. Meglio non averne.
Odio la Juve, non ne posso fare a meno.
Odio Gibernau. O più che altro provo pena.
Odio stare con le mani in mano.
Odio chi si piange addosso. Passatempo poco sano (e poco economico per la mente umana).
Odio non essere presa sul serio. Ma anche non essere considerata per le mie possibilità. Capita raramente, grazie a Dio.
Odio ammettere di aver fatto soffrire, non odio il fatto di saperlo ammettere, almeno a me stessa.
Odio le cose che avrei voluto e dovuto dirgli e che non gli ho detto.
Odio non averlo più qui, ma amo la speranza che mi veda in ogni caso, in ogni momento.

Friday, November 25, 2005

Vecchi appunti.
La voce dentro non la puoi soffocare; ti sembra di esserci riuscita, ma lei è irriducibile al silenzio, non lo conosce, e ritorna, ritorna affinchè tu l'ascolti, lo fa per te, per spronarti a uscire da una mediocrità che è il destino di tutti, se non si allontanano dalla sordità del loro io.
***************************************************************************************
Io sono tutto e niente
sono l'Africa e l'America
sono la coerenza della mia incoerenza
la donna che sarà nella ragazzina che sono
sono il bello e il cattivo tempo
il caldo dell'estate con il gelo dell'inverno
pace e guerra
terra e cielo
sono l'indipendenza col bisogno di un nido
la solitudine e la buona compagnia
la sete, la fame e la chiusura mentale
io sono la famiglia, non solo a Natale
l'orgoglio e l'ammissione
incosciente e razionale
io sono la seriosità e il divertimento
la campagna e il cemento
il sollazzo e il riso
la gioia di un pianto
l'amarezza di un sorriso
sono il dritto e sono il rovescio
di una medaglia che nessuno ha vinto.

Wednesday, November 23, 2005

Prima degli odi.
Traguardi raggiungibili. Raggiunti.
Traguardi sognati, bramati. Sarò davvero capace di mettere da parte il sogno e buttarmici?
Il tempo lo dirà. Sarebbe bello potergli dare una mano.
Nel frattempo, non smettere di godere il momento presente e quello che dona, tanto o poco che sia.
Gioire delle risate (molte risate), lasciarsi scaldare dal Sole e raffreddare dalla Notte.
Non aver paura di lavorare troppo. Se ne può uscire solo purificati. Soddisfatti.
Non smettere mai di fantasticare, che è il passatempo più sano (ed economico).
Il 2005 vola lontano, anno lungo ma veloce, pieno di soddisfazioni e di persone che mi hanno deluso (poche nell'economia di una vita, per fortuna). Resterà comunque con me, coi suoi 2, i suoi 5, le nuove amicizie, Parigi (detto ad alta voce solo per sottolinearne la bellezza), la Coppa Italia, che sembrerà poca cosa, ma chi è interista lo sa che non capita tutti i giorni, la laurea, che mi ricorda che posso fare (e, in qualche modo, che devo fare), i chupiti estivi, i brindisi tutti occhi, quello che si è avuto e che certamente farà da preludio a quello che si avrà.

Sunday, October 23, 2005

ODI et AMO
Catullo scriveva così. Iniziamo dagli amori.
Amo far niente in buona compagnia.
Amo la competenza, la determinazione.
Amo i peccati di gola con la mamma, la frittella che mangerò domani.
Amo Parigi e l'angoscia del pensare di vivere là, almeno per un po'.
Amo sognare ad occhi aperti, ma anche aprire gli occhi per realizzarlo, quel sogno.
Amo le tic tac alla cannella; se qualcuno va a New York si ricordi di me.
Amo l'inverno, col freddo pungente che ti ricorda che c'è chi sta peggio di te.
Amo la primavera, col nuovo verde che porta speranza.
Amo l'estate, col dolce far niente del troppo caldo, con la voglia di vivere che dà.
Amo l'autunno, coi colori che cambiano, decadono per poi ritornare.
Amo riuscire ad amare, sempre a modo mio.
Aspettando qualcuno che apprezzi.
Ma non restando ferma nell'attesa.